Che cos'è la C.E.C.?
La C.E.C. è una comunità fatta non solo di carcerati, ma anche di volontari: insieme ci si aiuta, si lavora, si cercano soluzioni nuove per affrontare i problemi che si incontrano nel cammino di recupero.
Si definisce “educante” perché vuole scoprire le potenzialità di ognuno valorizzandole.
È una comunità “con” i carcerati, e non “per” i carcerati, perché il carcerato è solo apparentemente il diretto interessato; tutta la comunità locale, attraverso i volontari, si educa alla solidarietà e ai valori di una nuova umanità, che cerca il recupero più che la vendetta verso chi ha sbagliato.
Un percorso educativo, mirato ed impegnativo, che non si basa né sul pietismo né sull’assistenzialismo, ma sulla certezza della pena e soprattutto del recupero.
Nelle strutture in cui viene attuato il progetto, le giornate sono intense e vengono svolte numerose attività, al punto che alcuni utenti hanno preferito il ritorno alla vita carceraria.
Le tre fasi della Comunità Educante con i Carcerati
PRIMA FASE: Il recuperando conosce la proposta nel dettaglio e firma un “contratto” in cui esprime la sua adesione al progetto educativo. In questa fase l’attività principale è costituita dal lavoro-terapia, da momenti formativi e da momenti di riflessione per approfondire i valori rispettosi dei diritti e della legalità. Si riducono al minimo i contatti con l’esterno per favorire un tempo di riflessione, in cui si rafforza la scelta verso il cambiamento.
SECONDA FASE: Il lavoro non è più solo creativo-terapeutico ma diventa professionalizzante, attraverso l’attivazione di piccoli laboratori per imparare un mestiere con la possibilità di svolgere tirocini formativi in cooperative e aziende esterne. Aumenta il tempo dedicato alle visite dei famigliari. In questa fase può cominciare il percorso di avvicinamento alle vittime del reato e si progetta un possibile risarcimento.
TERZA FASE: È il momento della prova: il recuperando viene inserito a tutti gli effetti nel mondo del lavoro, mantiene i contatti con i famigliari più autonomamente e si riducono i momenti formativi ed educativi. La notte rientra presso i presidi. A discrezione del giudice, come già avviene, la parte finale della pena può essere svolta nelle case-famiglia o in altre realtà di accoglienza dell’Associazione.
La durata di ogni singola fase dipenderà dalla tipologia di reato e dalla persona.
Il buon coinvolgimento del recuperando nel percorso garantisce, in base alle norme vigenti, la riduzione della pena e l’avanzamento delle fasi. In caso di comportamenti contrari al rispetto delle regole è prevista una retrocessione delle fasi e in casi gravi un rientro coatto in carcere.
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